GIMP 3.0 è finalmente pronto, dopo mesi di lavoro, a debuttare in anteprima con la sua versione release candidate per dare la possibilità, a tutti gli utenti interessati, di esplorare le novità del popolare software di fotoritocco gratuito.
Preinstallato su diverse distribuzioni di Linux, GNU Image Manipulation Software (GIMP) è riuscito a creare una community di appassionati e profesisonisti provenienti anche da Windows e macOS che, assiduamente, si affidano a GIMP per creare grafiche e contenuti.
Data la sua natura open-source, in passato, era stato creato un fork chiamato Glimpse, ad oggi abbandonato dal suo sviluppatore per mancanza di collaboratori che lavorassero ai diversi aspetti del progetto.
GIMP 3.0 release candidate 1 – Tutte le novità
GIMP 3.0, tra le novità più importanti, promette di fare grandi passi in avanti nel miglioramento dell’editing non distruttivo, i quali filtri sono ora supportati anche su gruppi di livelli. Ciò consente agli editor di aggiungere filtri di regolazione semplificando il processo di editing.
Migliora anche l’interfaccia utente, che passa completamente a GTK3 (GIMP Toolkit 3) e saranno aggiunti nuovi strumenti dedicati alla gestione del colore.
In risposta alle richieste degli utenti che, abituati a Photoshop che sentivano la mancanza di strumenti avanzati per la selezione del tratto, la nuova versione ha ampliato il set di opzioni disponibili, includendo diversi nuovi strumenti. Continua, tuttavia, a mancare la possibilità di posizionare un tratto all’interno o all’esterno della selezione, una funzionalità che alcuni utenti continuano a desiderare. Si parla anche di un supporto migliorato per l’apertura dei file PSD (Photoshop).
Non sappiamo ancora la data di rilascio definitiva di GIMP 3.0 ma, per chi volesse provarlo in anteprima, è possibile installarlo attraverso il Terminale eseguendo il comando:
sudo snap install gimp –channel=preview/stable
Per far funzionare questo comando, è necessario approfondire l’installazione del gestore di pacchetti Snapcraft per il proprio sistema operativo.
Oppure, per i più esperti, è possibile scaricare il codice sorgente da GitLab e compilarlo manualmente.